Artisti 900

Lodola Marco

E’ tra i fondatori del movimento del Nuovo Futurismo degli anni '80, teorizzato dal critico Renato Barilli. Dall'esperienza futurista, Lodola, mutua l'uso appassionato del colore, l'energia dirompente della luce e soprattutto, forse prima di tutto, l'idea dell'arte come parte integrante della vita, senza elitarismi e confini arbitrari. Fin dai suoi esordi ha reso fondamentale per il suo lavoro creativo la ricerca dell'utilizzo dei materiali industriali poveri, come plexiglass, perpex e smalti, per giungere ad esperienze innovative. Ne fruisce per ottenere delle immagini, che rimandano direttamente anche ai suoi altri interessi culturali, dalla musica al cinema, dalla pubblicità al fumetto. Dal 1983 espone le sue figure in plexiglass a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam. Nel 1994 è uno dei primi artisti europei ad esporre su invito della Repubblica Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino; successivamente è chiamato negli Stati Uniti a Miami e a New York. Pochi anni più tardi, arriva la consacrazione con la partecipazione alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Nell'estate del '98, su incarico della Saatchi & Saatchi, esegue i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l'Opera lirica Tosca di Puccini. Nello stesso anno fonda il "Gruppo '98" impegnato a collegare, attraverso un'azione trasversale, artisti di diverse discipline: il manifesto del movimento è reso pubblico nel suo laboratorio-atelier di Pavia, una ex-fabbrica aperta a musicisti, fotografi e scrittori, dove realizzare appunto incontri interdisciplinari. Lo spazio verrà chiamato Lodolandia. L'iniziativa produce fervidi effetti: lo scrittore Aldo Busi invita Lodola ad illustrare per l'editore Frassinelli un volume del seicento del giapponese Ihara Saukaku, mentre il quasi omonimo Marco Lodoli gli chiede di disegnare le copertine degli ultimi romanzi. Egualmente attivi sono i rapporti dell'artista con il mondo della musica e dello spettacolo, curando le scenografie di molteplici concerti e le copertine di album e gadget; inoltre organizza il premio musicale "Tribe Generation" nel 1999, il premio cinematografico "Brescia Music Art" e quello musicale "Roxi Bar" nel 2000. Sempre nel 2000 disegna l'opera che sarà tributo ai vincitori del premio letterario “Nonino”. Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare “Gli avidi lumi”, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone. Ha inoltre realizzato le scenografia teatrale “Ortelio non riesce a dormire”, presentata al festival di Todi. Nel 2001 cura l'immagine del Carnevale di Venezia. Come scrive Roberto D'Agostino in “Lodola”, edito da Mondadori: “La dimensione di spettacolarità insita nel sistema contemporaneo porta Lodola a produrre immagini che riflettono con cinica e ludica puntualità il destino dell'uomo: l'esibizione come esibizionismo, come ineluttabile cancellazione della profondità ideologica, religiosa, sessuale e morale. Lo spegnimento della profondità segna il punto di massima eccitazione della superficie. Così la plastica diventa specchio del carattere artificiale della vita, vissuto come unica natura possibile, come sfondo naturale dell'uomo moderno”

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