Michele Cascella, famoso paesaggista crepuscolare italiano, nasce ad Ortona, in provincia di Chieti, il 7 settembre 1892 in una famiglia numerosa, comprendente, oltre ai fratelli e sorelle (sono 6), il padre e la madre, il nonno e due sorelle del padre. Figlio di un bravo pittore, ceramista e litografo, oltre che sarto del paese, Michele si rivela un pessimo studente con scadenti risultati, non solo nelle materie scolastiche, ma persino in disegno. Dopo l'ennesima bocciatura, il padre lo porta nel suo laboratorio cromolitografico e Michele con il fratello Tommaso, prende dimestichezza con gli arnesi del mestiere, si ambienta nel laboratorio, esegue gli esercizi che suo padre gli suggerisce, copia i disegni di Leonardo e Botticelli, ma anche grandi bocche e grandi nasi che suo padre disegna per lui. Dipinto di Michele Cascella Michele Cascella deve alla pazienza ed alla fiducia del padre se già nel 1907, solo quindicenne, può mettere in mostra i suoi lavori a Milano, l'anno dopo a Torino e nel 1909 alla Galleria Druet di Parigi. I primi lavori vengono eseguiti "dal vero", adoperando soprattutto il pastello e, seguendo le suggestioni della stagione simbolista, privilegiando la forza evocativa del colore nel fermare "une petite sensation". Cascella non segue alcuna filosofia nel creare i suoi quadri, ma applica la logica dell'arte come gliel'ha insegnata suo padre, paragonandola ad una dolce melodia di sottofondo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Michele Cascella viene richiamato alle armi, ma nello zaino si porta tele e colori con i quali fissa i ricordi della vita militare, alcuni dei quali sono ora esposti al Museo del Risorgimento ed nelle Raccolte Storiche di Milano. Alla fine della guerra Michele Cascella si stabilisce definitivamente a Milano dedicandosi alle incisioni ed alla ceramica, tornando solo più avanti all'acquarello ed alla pittura ad olio. Nel 1924 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e l'anno dopo organizza una personale alla Galleria Pesaro di Milano, ben recensita da Carlo Carrà , grande sostenitore del primitivismo nella pittura di Cascella. Le sue piacevoli vedute marine e urbane, i delicati ritratti femminili, gli portano presto un grande successo di pubblico, dal 1928 al 1942 ogni anno viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, e nell'ultimo anno, il 1942, ottiene persino una sala personale. Durante gli anni anni Trenta, Michele Cascella, uomo di grande simpatia e umanità , utilizza spesso la tecnica dell'acquarello per riprendere serene vedute e scorci di città che espone a Londra, Parigi e Bruxelles, diventando uno dei pittori più amati e seguiti dal grande pubblico non solo italiano. Nel 1933 Cascella collabora con il "Corriere della Sera" con disegni al tratto, raffiguranti importanti località italiane. Nel 1934 soggiorna in Libia, le sue opere sono molto popolari e la Principessa di Piemonte lo incarica di eseguire un ciclo di dipinti sul paesaggio dell'Italia meridionale. Michele Cascella, tenace lavoratore, nel 1937, vince la medaglia d'oro alla Exposition Universelle di Parigi. Negli anni successivi al 1940, i soggetti più ripresi da Michele Cascella sono fiori, nature morte, campi di grano e di papaveri, paesaggi abruzzesi e Portofino, esprimendo l'amore per la natura e la gioia di vivere con l'olio, l'acquarello, il pastello e la litografia. Biografia di Michele Cascella Negli anni Cinquanta e Sessanta Michele Cascella espone periodicamente a Parigi, alla Galleria Andrè Weil, alla Galleria Allard ed alla Galleria Marseille, con crescente successo. Il Maestro Michele Cascella muore a Milano il 31 Agosto 1989 a 91 anni dopo una vita completamente dedicata alla pittura.